Furto – 19 Settembre 2013, Pavia. Ha dello sconcertante il furto che è stato messo a segno due giorni fa, intorno all’una di notte, negli uffici del carcere di Pavia. I ladri sono riusciti ad entrare e ad uscire dal penitenziario senza destare alcun sospetto.
“Il colpo è avvenuto in un’ala del carcere che è distante dal padiglione in cui si trovano i detenuti”, ha fatto sapere la direttrice del penitenziario, Iolanda Vitale. “E’ in corso un’indagine per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e risalire agli autori. Per il resto c’è poco da aggiungere: la cassaforte è stata asportata e portata via”. La direttrice non ha voluto confermare né smentire la voce circolata sull’entità del bottino. “Ho sentito che qualcuno parlava di risparmi dei detenuti: in realtà c’erano anche dei loro soldi, ma non solo quelli. E voglio anche aggiungere che ai detenuti non mancherà nulla: potranno contare sulle risorse di cui normalmente dispongono all’interno del nostro istituto”.
Le indagini, condotte dal PM Paolo Mazza, hanno stabilito che chi è entrato nella stanza ha percorso due lunghi sotterranei, sprovvisti di un impianto di video sorveglianza, e aperto due porte non blindate. Si pensa che i ladri possano aver avuto delle informazioni da persone che ben conoscevano la struttura. “Quanto è accaduto – ha commentato Gianluigi Madonia, della direzione nazionale Uilpa Penitenziari – è sintomatico della decadenza strutturale e organizzativa, anche alla luce delle nuove aperture di padiglioni nel carcere pavese prevista prima per settembre e ora slittata a ottobre”.
Il furto è l’ultimo di una serie di episodi avvenuti nella struttura carceraria, fra i quali due tentativi di evasione. L’11 agosto scorso Gjoke Aroni, un albanese di 23 anni che stava scontando una pena per ricettazione, è riuscito a calarsi dal muro di cinta del carcere con una corda artigianale di 15 metri da lui costruita con tubi di gomma e scarti di plastica trovati nel cantiere del nuovo padiglione. Poche ore dopo gli agenti lo hanno rintracciato e arrestato. E’ durata poche ore, sei anni fa, anche la fuga di Giancarlo Gallucci, 29 anni, accusato di essere affiliato al clan camorristico Gallucci-Piscopo di Casalnuovo. La mattina del 7 agosto 2007, approfittando della visita in carcere di alcuni parenti, riuscì a evadere in auto insieme al figlio di quattro anni e al cognato. Allontanatosi in treno, venne poi catturato dalla polizia ferroviaria.
(Fonte: la Repubblica Milano.it)
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