Rapina – Fermo, 21 gennaio 2014. Erano da poco passate le 11.30, quando i malviventi, con il volto travisato da passamontagna, hanno fatto irruzione nella filiale della Banca Tercas di viale Buozzi, in pieno centro a Porto San Giorgio. I due sono entrati in banca, minacciando impiegati e clienti, poi con un balzo felino sono saltati sul bancone e dopo aver spintonato e preso a schiaffi gli impiegati, si sono fatti consegnare tutto il denaro contenuto nella cassa, circa 15.000 euro.
Sono stati attimi di terrore, soprattutto tra i clienti, costretti a restare immobili e sdraiati a terra senza poter pronunciare neanche una parola. Ad attendere i due banditi fuori dalla banca, proprio davanti al Caffè Novecento, c’era un terzo complice alla guida di una Fiat Punto bianca. Una volta saliti i macchina, i tre rapinatori , sono scappati in direzione della Statale Adriatica.
Ma mentre erano convinti di averla fatta franca, i malviventi hanno visto vanificato il loro “lavoro” dopo l’esplosione della “mazzetta civetta”, nascosta tra le altre banconote, rese totalmente inutilizzabili dall’inchiostro rosso indelebile.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i poliziotti della squadra volante di Fermo, che hanno subito fatto scattare le ricerche dell’auto e dei rapinatori. La refurtiva è stata recuperata a circa cento metri dal luogo della rapina, dopo essere stata rinvenuta da due passanti. Secondo le testimonianze delle tante persone presenti, i banditi avrebbero solo minacciato l’uso delle armi, senza però mai mostrarle negli attimi concitati della rapina. È quindi piuttosto probabile che i tre fossero addirittura disarmati. La vettura usata per la fuga non è stata ancora ritrovata, ma gli uomini del commissariato sono convinti che si tratti quasi sicuramente di un’auto rubata. All’uscita dalla banca, uno dei due rapinatori aveva addirittura il volto scoperto. I passanti li hanno descritti come individui di media statura, sicuramente giovani. Si indaga a 360 gradi, ma la pista più battuta è quella dei pendolari del crimine provenienti da fuori regione. I due malviventi parlavano infatti con un accento del sud Italia non meglio identificato.
(Fonte: il Resto del Carlino – Fermo)
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